I Salmi dell'Apocalisse di Miriam Palombi

01.04.2024

Villa Daleth svetta tra le altre dimore borghesi di un distinto quadrante di Roma. È stata progettata nella sua forma ottocentesca dall'architetto Coppedè, famoso per aver dato il nome all'omonimo quartiere liberty. Ma il palazzo ha il suo senso, diverso da quello che si aspetterebbero i suoi garbati ospiti, e vive di un paradigma proprio, cruento: è il Male a dettare le regole nella palazzina che, pur ristrutturata e razionalizzata, conserva intatta la sua potenza malevola. E poi la numerazione degli appartamenti in cui è suddiviso l'edificio ha una sua logica inspiegabile. E perché le connessioni di questo palazzetto affondano anche in altri luoghi dell'Italia, rincorrendo i fili tenaci e sottili della Storia? E cosa c'entra, infine, la psichiatria di Wilhelm Reich?

                                 Recensione

"I Salmi dellApocalisse" è un romanzo profondo e impegnativo che vincola in maniera totale il lettore che, assorbito da una curiosità quasi morbosa, viene spinto verso il limite per confrontarsi con una paura intima ed enigmatica che si manifesta in questo viaggio nella dimensione oscura che parte e ritorna dalla profondità dell'animo umano.

Il libro esprime tutto l'interesse e la passione della Palombi riguardo la simbologia e in particolare per tutti gli elementi esoterici che, in in questo suo ultimo, assumono sfumature dai forti connotati Kafkiani.

Nel corso della lettura subiamo piacevolmente il fascino di un gioco che, oltre a destabilizzare chi legge, mette il protagonista e tutto ciò che lo circonda in bilico, tra l'immagginario e la suggestione di una realtà alterata, che disorienta i sensi creando turbamento dove tutto sembra essere immobile pur muovendosi, costantemente divisi tra luce e oscurità che scopriremo poi non troppo differenti fra loro.

Al centro della storia c'è un palazzo nel cuore di Roma, villa Daleth, quasi un ultimo testamento di Coppedè che, bieco e sinistro troverà malevola manifestazione di un passato sepolto nella profondità putrescente, riemergendo tra lo spazio e il tempo per costruire una dimensione instabile dove il caos, movimentato al suo interno, diventa una circostanza necessaria e vitale: il clangore metallico che si confonde con il rantolio dei sussurri, il gorgoglio dei tubi che accompagna la pioggia nello sgomento di ombre che, emanando lo stesso odore degli incubi, riemergono paralizzando con un silenzio profondo.

Elia, il protagonista del romanzo, è un personaggio complesso, acceso da una schizzofrenia e mosso da un senso di colpa che porta al limite la follia: schiavo di una mente che vacilla per placare quel tormento sarà preda di allucinazioni che permettevano di tradurre quella realtà in maniera chiara; riuscire a portare alla luce quella verità nascosta diventa l'unica maniera per Elia per liberarsi da un senso d'impotenza, una rivelazione che l'autrice lascierà velata fino alla fine, smembrata pezzo dopo pezzo anche attraverso le sfumature introspettive dei personaggi incontrati, tutti diversi, alcuni contorti altri indecifrabili ma tutti legati tra loro da un sottile filo invisibile.

Forte è nel libro la presenza di elementi scientifici che l'autrice sfrutta  a suo favore per mescolare nella narrazione quel mistero dietro alle possibili conseguenze di un disordine primordiale, amplificando quel segreto in un susseguirsi di salti temporali che disorientano perche indefiniti.

Giunti all'epilogo (come spesso accade nei romanzi della Palombi) tutta la narrazione si evolve in maniera claustrofobica per assecondare una luce trasformata in abominio, uno strazio senza pace sopravvissuto all'oscurità; al protagonista, di fronte a tanto orrore, arriverà in aiuto solo la pietà che, come unica risorsa, sarà fondamentale per trasformare la rivelazione in redenzione, arrendendosi al silenzio più profondo solo per non ascoltare il rumore di uno strazio che ormai non gli apparteneva più.

Tantissimi complimenti alla bravissima Miriam Palombi che ancora una volta conquista attraverso una capacità stilistica che trasmette voglia di conoscenza su mondi oscuri e incomprensibili, che affascinano ancora di più perché rivelati in luoghi che abitualmente dovrebbero garantire tranquillità e sicurezza; le sue storie sono sempre capaci di disarmare certezze andando ad intaccare una fragilità umana che molto spesso, davanti a qualcosa che la ragione non può spiegare, viene scossa fin dalle viscere.

Miriam Palombi nasce a Milano nel 1972. Autrice di narrativa horror, dark fantasy e mistery. Le sue opere esplorano un universo macabro e spettrale, ispirandosi ai temi più classici del genere.
Impegnata nella divulgazione della cultura horror, curatrice della collana horror della DZ Edizioni, co-fondatrice del blog "Horror Cultura." Tra i redattori della rivista "Massacro".

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia