Ombre dei vivi e dei morti di Lucio Besana

09.04.2024

Per gli abitanti della Valle non è insolito che la gente sparisca nel nulla o che muoia senza una ragione. Sono le Ombre, tutti in Valle lo sanno. Ci sono sempre state a dispensare miracoli o sciagure, ma dopo la costruzione della centrale sono diventate sempre più ostili. Tra saga famigliare e fiaba dark, tra folk horror e malinconia, tra weird e storia industriale, "Ombre dei vivi e dei morti" ci conduce in un viaggio nel lato oscuro del progresso tecnologico, verso tutto ciò che è andato perso, verso una casa che non è più la nostra.

                                       Recensione

"Ombre dei vivi e dei morti" è un romanzo folk-horror dove il legame familiare è al centro di una narrazione costruita dall'autore facendo leva su una condizione stabile, sicura e protettiva che turba il lettore ancora di più creando tensione e disorientando nel coinvolgimento di racconti veramente inquietanti.

Una storia irrequieta che affonda le sue radici in una valle che negli anni aveva subito un profondo mutamento che, conseguenza diretta e indiretta di un boom economico, aveva costretto al cambiamento trasformando il territorio, ma soprattutto contaminando il radicamento culturale di un piccolo mondo, fatto di regole scritte e non che, solo chi ne faceva parte, riusciva a comprendere o ad accettare.

Una narrazione sviluppata attraverso le diverse generazioni che, dal passato fino al presente, raccontano quel mistero che si era manifestato in quei luoghi marchiando gli abitanti della valle che da anni convivevano con Ombre che, concedendo miracoli e disgrazie, a volte dominano non solo la vita ma anche la morte di alcuni.

Quella descritta da Besana è una comunità che lega profondamente chi ne fa parte, in maniera totale, impedendo la possibilità di uscire completamente : Il protagonista si sente distante da quell'ambiente in cui è nato, incapace di sentirsi radicato a quella terra, quasi un estraneo, con la voglia sempre più crescente di allontanarsi da quei luoghi e anche da chi, diversamente da lui, aveva fatto una scelta diversa.

Ma il passato non è mai completamente dimenticato, è sempre pronto a riemergere quando uno meno se lo aspetta, e cosi' succederà al protagonista che dovrà tornare sui suoi passi per affrontare quello che aveva lasciato, per riuscire a comprendere quello che non voleva, preferendo il cuore alla ragione.

Con uno stile possiamo dire "misurato" (soprattutto rispetto ai suoi precedenti) l'autore, cercando originalità e innovazione, riesce ad essere equilibrato nello scrivere un romanzo che viaggia su note quasi fiabesche, dove la rivelazione è svelata in maniera lenta e progressiva, affidata ad una serie di racconti che pagina dopo pagina mettono insieme tanti piccoli elementi che, pezzo dopo pezzo, ricompongono il quadro finale.

Di fronte a qualcosa di indecifrabile il lettore, cercando risposte, troverà invece tante domande, tanti dubbi su un mistero che non poteva avere un unica soluzione e che per questo ancor di più cattura l'attenzione del lettore.

Tanti complimenti a Lucio Besana che con il suo libro ci parla attraverso una metafora esistenziale che stimola per riflessioni profonde, anche per mezzo delle tante sfumature e angolature diverse; la volontà di non associare nomi ai personaggi poi rende ancora di più sospeso un romanzo che sconvolge la quotidianità ma che nello stesso tempo è capace di tradurre una storia dal carattere universale condizionando la diversa intimità di chi legge rendendo ancor più innovativa e introversa la sua scrittura.

Lucio Besana (1982) è sceneggiatore, scrittore e traduttore specializzato nei generi fantastico, weird e horror. Si diploma in Regia alla Scuola di Cinema Luchino Visconti nel 2009. Le sue sceneggiature di cortometraggi vengono selezionate nel 2011 e nel 2012 per partecipare all'European Short Pitch in Francia, Lussemburgo e Slovenia. Nel 2012 vince il Premio Solinas - Storie con il soggetto per lungometraggio "Voci di Mezzanotte" e inizia la sua carriera nella scrittura per il cinema.

È lo sceneggiatore principale dei lungometraggi di genere The Nest - Il Nido (2019) di Roberto De Feo e A Classic Horror Story (2021) di De Feo e Paolo Strippoli, proiettati, tra gli altri, ai festival di Locarno, Sitges, Parigi e Taormina. Attualmente è al lavoro su diversi progetti cinematografici e seriali.

Ha esordito come scrittore con l'antologia modern weird Storie della Serie Cremisi (2021, Edizioni Hypnos), un successo di critica e pubblico nell'editoria indipendente. Nel 2022 ha curato per il Saggiatore la prefazione alla nuova edizione del classico della letteratura fantastica I Salici di Algernon Blackwood. Ha diversi romanzi, racconti e articoli in uscita per la scena letteraria underground e per il mercato mainstream.

Oltre che alla "Luchino Visconti", insegna sceneggiatura alla Scuola Holden e all'Accademia di Animazione e Game Design E-Artsup di Strasburgo.

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